giovedì 3 luglio 2014

"La caduta", olio su tela di Gianluca Salvati | Franco Chirico e il Cammino Neocatecumenale di Kiko Arguello | Piero Golia

Nel dicembre del 1995 ero convalescente da un intervento chirurgico dovuto a peritonite e avevo ricominciato a dipingere. Il primo quadro cui misi mano fu un lavoro nuovo, la cui novità consisteva nell'utilizzare tre tele di diverso formato dislocate a distanze tali da comprendere l'immagine dinamica a cui facevo riferimento. L'immagine era la solita foto di calciatori presa dal giornale del lunedì, ma quella foto aveva un suo epos...
Il quadro iniziato in quel dicembre del 1995, dopo l'intervento di peritonite, era La caduta.
Dopo un paio di mesi il quadro era bell'e terminato. Lo portai giù e lo attaccai sulla parete dell'ingresso. Mi pareva che funzionasse, aveva un nonsoché...



La caduta, part. olio su tela - Gianluca Salvati - 1996
In quel periodo, i miei genitori tennero un incontro con alcuni fratelli della comunità del Cammino Neocatecumenale, altrimenti detti neocatecumeni. Franco Chirico era il responsabile di quella comunità di Cammino Neocatecumenale, ma lì, quella sera, non c'era. C'erano in tutto sei o sette persone, compresi i miei genitori. Quando tornai da fuori incassai i complimenti entusiasti di un loro fratello di comunità. Quel signore si era talmente incantato davanti al quadro La caduta che, stando al racconto dei miei genitori, aveva seguito le letture distrattamente. Dissi a quel signore che, qualora avessi partecipato ad una mostra, gli avrei fatto pervenire l'invito.
Franco Chirico, oltre ad essere il responsabile di quella comunità neocatecumentale è anche il principale editore di quel movimento fondato da Kiko Arguello. Per intenderci, Franco Chirico è amico di Kiko. Franco Chirico, principale editore del Cammino Neocatecumenale, con famiglia a Caracas.

Quando, nella primavera del 1996,
ebbi pronti un po' di lavori, li fotografai e portai le foto in accademia per mostrarle al prof e ai colleghi. Era il primo anno che Piero Golia frequentava il corso del Libero Nudo, dunque il lavoro lo mostrai anche a lui e non solo ai colleghi "storici" dell'accedemia. Nel complesso il quadro La caduta riscontrava un certo favore, in particolare tra le persone del cui giudizio mi fidavo. Eppure, quando si trattò di propormi per una personale, nel giugno 1996, il prof dell'accademia scartò a priori quel lavoro dall'esposizione. E non ebbi spiegazioni, cosicché non mi capacitai delle motivazioni di quella scelta.

Il critico Arcangelo Izzo, quel gran testone, aveva addirittura dubitato dell'artisticità di quel mio lavoro: “Che significa?”, mi aveva chiesto. Ma era altrettanto vero che tutte le previsioni del suddetto capoccione si erano dimostrate meno consistenti di una bolla di sapone in una assolata giornata estiva: il riscontro della mia personale del 1996 non lasciava dubbi. Ciononostante il quadro La caduta è l'opera che non ho mai esposto.